Gastroscopia

Gastroscopia
La gastroscopia è un esame invasivo che, in genere, mette in ambasce il soggetto che dovrebbe sottoporvisi ma lascia tranquillo chi già lo conosce.

Si tratta di un esame strumentale che è necessario per verificare lo stato di salute dell'esofago, stomaco e duodeno, nel dubbio di patologie benigne come il reflusso gastroesofageo, le  gastriti o l'ulcera o per la ricerca e diagnosi precoce di patologie maligne come il cancro gastrico.

La corretta e tranquilla esecuzione dell'esame, molto dipende dalla sensibilità personale e dallo stato d'animo con il quale si affronta, ma sarà lo stesso medico che provvederà a tranquillizzare i più spaventati, somministrando e dosandolo all'occorrenza, un sedativo.

L'esame può essere eseguito con il coinvolgimento di un anestesista che provvederà alla somministrazione di farmaci di pertinenza anestesiologica.

Lo strumento standard utilizzato è inferiore ad 1 cm di diametro, dotato di una telecamera, viene delicatamente introdotto dalla gola, e il paziente dovrà collaborare ingoiando, per facilitarne la discesa.

Una volta superata la gola, sarà quasi una passeggiata.

Il medico potrà osservare l'effettivo stato di salute del tratto gastrico e, all'occorrenza, potrà prelevare un campione di tessuto per poi effettuare un esame istologico. Sempre su campione bioptico si potrà ricercare la presenza del famigerato batterio che se presente verrà trattato con cura medica per la sua eradicazione.

Terminato l'esame, il sondino verrà altrettanto delicatamente rimosso ed il paziente potrà tornare a casa senza problemi, osservando solo un periodo di riposo di qualche ora, soprattutto per gli esiti del sedativo..

L'esame si esegue a digiuno di circa 8-10 ore e, nella maggior parte dei casi, richiede un tempo molto limitato, tra i 5 e i 7 minuti.

È comunque possibile fare la gastroscopia anche con il metodo transnasale, meno fastidioso.

Gastroscopia con metodo transnasale

Gastroscopia con metodo transnasale
fig. 1
La possibilità di effettuare una gastroscopia introducendo lo strumento attraverso il naso è stata messa a punto negli Stati Uniti da Reza Shaker ed introdotto per la prima volta in Italia del 1997 da Fausto Barberani.

Con questa metodica, si esegue un esame classico con la sola differenza che la sonda viene introdotta dal naso. (fig. 1)
La sonda è di minori dimensioni (5 mm) e, una volta raggiunto l'esofago, la procedura riproduce esattamente quella tradizionale. (fig. 2)
(al momento non disponibile)

Endoscopio
fig. 2
È possibile eseguire prelievi bioptici con pinze dedicate e manovre operative.
La maggiore tollerabilità dell'esame permette di eseguire la procedura senza necessità di sedazione endovenosa o anestesia locale, utilizzando solo un lubrificante per permettere l' agevole transito dello strumento, in questo modo il paziente può parlare durante l'esame, non avverte sensazioni fastidiose e non necessita di tempi di recupero dopo l' esame conseguenti alla sedazione.

Esistono tuttavia dei limiti, in circa il 2% dei casi la via transnasale non può essere utilizzata per anomalie anatomiche della regione ed in questo casi l'esame deve essere eseguito necessariamente per via transorale.

Esiste infine una complicanza specifica di tale tecnica che è l' emorragia nasale, complicanza che si verifica in un numero modesto di casi e che in genere viene risolta mediante tamponamento temporaneo.