Gluten Sensitivity
La sintomatologia della "Gluten Sensitivity" si manifesta in seguito all'assunzione di glutine, con disturbi gastrointestinali (meteorismo, dolori addominali, diarrea o stipsi o alvo alterno mal di testa, nausea, irritazione intestinale) ed extraintestinali (sonnolenza, difficoltà di concentrazione, annebbiamento mentale, cefalea, artromialgie, parestesie degli arti, rash cutanei tipo eczema, depressione, anemia, stanchezza cronica).
Dolore addominale, anche con bruciore alla bocca dello stomaco, nausea e vomito, gorgoglii e gas intestinale, stitichezza e diarrea. | |
Fatica, intorpidimento di braccia e gambe, crampi muscolari e dolori articolari. | |
Mal di testa, confusione mentale, collasso, eczemi, mucosa della lingua arrossata e tumefatta con possibili ulcere e chiazze biancastre. | |
Anemia |
Potrebbe trattarsi di una situazione che, al contrario della celiachia, è transitoria e può
risolversi dopo un periodo di alimentazione senza glutine non inferiore a 1-2 anni.
Non c'è inoltre alterazione della permeabilità intestinale.
Al momento non sono stati individuati per la Gluten Sensitivity dei marcatori anticorpali specifici
e l'unica alterazione immunologica che è possibile ritrovare nei pazienti con sensibilità al glutine
è la positività per anticorpi antigliadina di prima generazione: AGA (di classe IgG, più raramente
di classe IgA) che vengono ritrovati positivi nel 40-50% dei pazienti con Gluten Sensitivity.
Sul piano genetico la Gluten Sensitivity presenta una positività per HLA-DQ2 e/o DQ8 nel 50%
dei casi circa rispetto al riscontro di questi marker genetici nel 99% dei celiaci e nel 30% della
popolazione generale.
Altra differenza fra le due patologie: nella celiachia vi è un'alterazione sia dell'immunità
innata (quella che abbiamo tutti dalla nascita) che dell'immunità adattativa (la risposta
dell'organismo ad un agente percepito come esterno e pericoloso), mentre i pazienti affetti da
Gluten Sensitivity hanno un difetto dell'immunità innata, che reagisce quindi in poche ore dopo
assunzione di glutine, percepito come proteina nemica mentre nella celiachia il danno e la
conseguente reazione del corpo possono avvenire dopo mesi, in molti casi dopo anni.
C'è ancora da sottolineare che il grado di sensibilità al glutine è individuale (differente da
soggetto a soggetto) e la stessa può aumentare o scomparire del tutto nel corso degli anni, a
differenza della celiachia che invece solitamente si accompagna ad un effetto cumulativo e dura
tutta la vita.
I soggetti che soffrono di ipersensibilità la glutine (gluten sensitivity) mostrano sintomi molto
simili a quelli prodotti dalla sindrome del colon irritabile ( gonfiore, dolori addominali, mal
di testa, ecc.) per cui tale nuova entità clinica può consentire un miglior inquadramento di
quei pazienti che per molti anni sono stai considerati come affetti da colon irritabile o con
problematiche di tipo psicologico ed ansioso–depressivo o pazienti da sorvegliare per il possibile
sviluppo in futuro di celiachia.
La "Gluten Sensitivity" (che si manifesta dall'età adolescenziale all'età adulta, mentre è
estremamente rara in età pediatrica) è circa 6 volte più frequente della celiachia ed in pratica
si può affermare con buona approssimazione che, se il numero di celiaci attesi in Italia è di circa
500.000 unità, pazienti con Gluten Sensitivity sono almeno 3 milioni.
È evidente che c'è ancora sicuramente molto lavoro da fare per una definizione corretta di
tutti i parametri clinici, immunologici e genetici della Gluten Sensitivity, ma l'interesse verso
tale nuova condizione è in forte aumento e questo lo dimostrano alcuni recenti convegni
internazionali ("First International Consensus Conference on Gluten Sensitivity", Londra,
febbario 2011, del "14th International Coeliac Disease Symposium", Oslo, giugno 2011) che hanno
dato ampio risalto a tale nuova entità clinica.
Da non sottovalutare la partecipazione del dismicrobismo intestinale nella genesi dei sintomi
intestinali come gonfiore, dolori addominali, iperfermentazione intestinale con flatulenze
eccessive e mal di testa. Tale alterazione del microbiota intestinale potrebbe ricollegarsi alla
ben nota SIBO (sindrome da sovracrescita batterica nel piccolo intestino)/ fomentata dalla
assunzione di farinacei, zuccheri e lattosio e/o da alterazioni del transito intestinale.